Reggio: c’è chi vuole dedicare Corso Garibaldi alla Madonna/Nucara: giù le mani dal Risorgimento. Il rapporto con il sacro è in qualsiasi luogo L’eroe dei due mondi che amò l’Aspromonte Il segretario del Pri Francesco Nucara è intervenuto su "La Gazzetta del Sud" in merito all’ipotesi di dedicare alla Madonna della Consolazione (cui la città dedica una cerimonia annuale) la via principale di Reggio Calabria, Corso Garibaldi. Si cambierebbe così la titolazione di una importante via cittadina, oltretutto dedicata ad un eroe risorgimentale, con un atto palesemente arbitrario. Naturalmente Nucara ha espresso la sua contrarietà. Il titolo originale dell’articolo riprodotto di seguito è: "Nucara: la Madonna si può incontrare in tutti gli angoli e in qualsiasi momento". Assolutamente contrario. E’ netto il giudizio dell’on. Francesco Nucara, segretario nazionale del Pri, sulla proposta dei portatori della Vara di intitolare il Corso Garibaldi alla Madonna della Consolazione. "Intervengo sul tema", dichiara il leader repubblicano, "fortemente sollecitato dalle esternazioni di don Nuccio Cannizzaro. Don Nuccio sostiene, portando questo come argomento principe a favore della proposta di cancellare la storica titolazione, che è sul Corso Garibaldi che da sempre la Madonna della Consolazione incontra i suoi fedeli. Credo di poter affermare, in laica tranquillità, che chi ha ricevuto una sana educazione cattolica sa con certezza che il fedele la sua Madonna la può incontrare ovunque e sempre (non solo a settembre sul Corso Garibaldi... e perché non prima su via Cardinale Portanova?). Si sostiene peraltro che la proposta è una "provocazione" che arriva dalla "pancia" dei portatori della Vara e che politici e storici devono stare fuori dal pretendere di aprire bocca al riguardo. Quale sensibilità per un ministro di Dio! Lontani da questa vicenda politici e storici, ma in prima linea i "provocatori", come vengono maldestramente definiti i portatori della Vara. E’ difficile capire – si chiede Nucara – che dovranno essere i politici a decidere l’eventuale rititolazione della strada principale di Reggio e non è a tutti noto che nella commissione per la toponomastica ci sono, o almeno dovrebbero esserci, gli storici? E se la cattolica prof.ssa Maria Mariotti, citata dal prof. Caridi, e il cattolico Stefano Iorfida, presidente dell’Anassilaos, si pronunciano per il mantenimento dell’attuale titolazione, vorrà pur dire qualcosa? Don Nuccio tra l’altro esce fuori dal seminato quando ci ricorda le sue personalissime soddisfazioni nel rapporto che fin da giovanissimo ebbe con la Madonna della Consolazione... Siamo contenti per lui. A qualche politico che pensa di afferrare qualche voto appoggiando questa oscurantista iniziativa vogliamo citare un libro di Enrico Albanese, medico siciliano che prestò a Garibaldi le prime cure dopo la ferita in Aspromonte, il 29 agosto del 1862: capirebbe di che pasta erano fatti gli uomini del Risorgimento, che vivevano nella vita "reale" e che per la vita "reale" dei loro connazionali persero la propria. Quanto al promuovere e all’accettare cambiamenti e rinnovamenti – continua il segretario del Pri – ai repubblicani, che mi onoro di rappresentare a livello nazionale, poco o nulla si può insegnare. A don Nuccio faremo pervenire una nostra pubblicazione, "Il programma del Pri per Reggio", datata 1989. Avrà così modo di apprendere che in quell’anno proponemmo l’idea del tapis-roulant e la pedonalizzazione del Corso Garibaldi, oltre ad altre iniziative. Morte le ideologie, si dice, dobbiamo cambiare tutto. Certamente Garibaldi non fu un ideologo. Noi non siamo mai stati soggetti ad ideologie. Con tutto il rispetto e la devozione per la Vergine Maria, non possiamo sotterrare la Storia! Il dirottamento dell’azione su per le vie dell’Aspromonte dice ancora qualcosa dell’Amore che Garibaldi manifestò per i fratelli Italiani e per i reggini in particolare, con il rischio della sua vita? Tempo fa, in un’intervista a "Gazzetta del Sud", ho detto che la classe politica calabrese, durante questa calda estate, probabilmente era stata colpita da un’insolazione collettiva. In questo settembre l’estate e il solleone pare non vogliano ancora andare via e quindi la platea di individui soggetti ai colpi di sole, ahimè, permane e si allarga! Vorrei consigliare a chi sia interessato alla libertà di pensiero – aggiunge Nucara – di leggere il libro di Italo Falcomatà "Democrazia Repubblicana in Calabria-Gaetano Sardiello (1890-1985)". Scrive l’Autore a pag. 247: "Ai molti Reggini delusi dal passato, sfiduciati per il presente di fame e di violente contrapposizioni politiche, inqualunquiti e indaffarati nell’oscura fatica del vivere, Sardiello capì che bisognava offrire l’esempio di uomini che sapevano incarnare l’idea che rappresentavano". Per inciso, Gaetano Sardiello era un cattolico praticante. Non confondiamo, per favore, i pastori di anime e di intelligenze con i pastori di "pance"! La Storia è proprietà di tutti gli uomini, la religione solo di una parte, quand’anche maggioritaria". E dunque, alla fine del ragionamento, il segretario nazionale del Pri ribadisce: "Teniamoci, con l’orgoglio che il nostro sofferto passato di Italiani del Sud ci impone, il nostro amato Corso Giuseppe Garibaldi." dalla "Gazzetta del Sud", 14 settembre 2011 |